Associazione Dorcas di Lafiabougou

 

Era l’inizio del 1973. Elisabeth Oubda aveva appena compiuto sette anni e sarebbe passata alla seconda classe delle scuole primarie. Amava studiare, era già cosciente che l’istruzione fosse la chiave per aprire la porta del successo, per lei e per la sua famiglia, ma non sapeva che, invece, questo sarebbe stato il suo ultimo anno di scuola. Sua madre non ce la faceva più a tirare avanti, era sola con sette figli da nutrire e curare e aveva bisogno di lei, quindi dovette rinunciare ai banchi. A malincuore voltò la pagina della sua vita. Il nuovo capitolo s’intitolava: “Arrangiarsi per sopravvivere”. Significava agire, imparando a svolgere tutti i mestieri onesti possibili, per non morire di fame. Così Elisabeth si mise a vendere la pasta di arachidi che sua madre produceva, qualche volta faceva la baby-sitter, altre volte si dedicava al cucito e al ricamo, che erano la sua passione. 

In questo modo Elisabeth crebbe, tra sofferenze e difficoltà, ma con la determinazione sempre più forte di costruire un futuro migliore per lei stessa, per la sua famiglia e per gli altri. 

Mi raccontò che “In quel tempo era veramente difficile la vita, ma ora so che quello era il sentiero che dovevo percorrere e ringrazio infinitamente il Signore che attraverso quelle difficoltà mi ha creato delle ali adatte per dare un riparo agli altri, come la chioccia fa con i suoi pulcini. Come avrebbero potuto capire le mie “figlie” se non fossi stata una di loro? Come avrei potuto insegnar loro a ricamare e cucire, se non l’avessi fatto prima io? O come avrei potuto occuparmi dei bambini orfani se non fossi stata anche una baby-sitter?”.

Nel settembre 1984 all’età di 18 anni, Elisabeth conobbe Moïse, il ragazzo che dopo un brevissimo fidanzamento diventò suo marito. Per lei fu come un segno dal cielo perché collegò il nome del suo fidanzato con quello del Mosè della Bibbia: Dio sapeva che c’erano tanti bambini che dovevano attraversare il loro “Mar Rosso” (il mare che divide la miseria dalla dignità), perseguitati dal loro Faraone (Satana, il principe di questo mondo), e che attendevano il loro Mosè! 

Moïse s’iscrisse alla scuola biblica per la sua formazione pastorale e al termine dei tre anni di corso la coppia si stabilì a Lafiabougou, un quartiere periferico di Bobo Dioulasso. Era il giugno 1987. Nel 1995 si recarono insieme in Inghilterra per continuare la loro formazione teologica. Non conoscevano una parola d’inglese, ma impararono in fretta. Nell’istituto biblico I.B.T.I, Elisabeth divenne la confidente della maggior parte delle ragazze del centro e fu proprio lì che sentì da parte di Dio la chiamata a questo speciale ministero. Si rese conto che il percorso fatto fino a quel momento era stato decisivo per la sua preparazione. Mi disse: “Come la Dorcas (Tabita) di Atti degli Apostoli 9:36-40, cucirò delle tuniche e degli abiti per i fratelli e le sorelle in Cristo.” 

Dopo due anni di formazione in Inghilterra, Elisabeth e Moïse tornarono a Lafiabougou. Per Elisabeth era giunto il momento di agire! Non aveva né materiali, né attrezzature per cominciare, ma come Dio comandò a Gedeone: “Vai con le poche forze che hai”, Elisabeth sentì in cuore che anche se non possedeva i mezzi necessari per iniziare, con la benedizione e la forza di Dio sarebbe riuscita a realizzare il suo desiderio. Ricordando con emozione quei momenti, mi disse: “Quello che sapevo fare era cucire e ricamare, così dalla mattina alla sera, realizzavo borse che poi vendevo. Per grazia di Dio guadagnai a sufficienza per accogliere le prime quindici donne che sarebbero diventate in seguito l’“Associazione Dorcas di Lafiabougou”.

Elisabeth usava i soldi che guadagnava quasi esclusivamente per acquistare dei sacchi di cemento. Nel 2001 ne aveva accumulati a sufficienza per costruire una casetta di 60 mq. Quello stesso anno riunì in quella stanza ventuno ragazze raccolte dalla strada, che normalmente non avrebbero avuto futuro, a cui insegnò a cucire a mano. Per ospitare quelle che non avevano nemmeno un alloggio, prese in affitto una casetta per 10.000 FCFA (15 euro) al mese. Era la concretizzazione della sua vocazione, il debutto del “Ministero Dorcas”. 

Le prime quindici pioniere della nuova associazione erano innanzitutto delle sorelle in Cristo, membri della chiesa di Lafiabougou. A undici anni dalla fondazione, il loro numero crebbe esponenzialmente e nel 2012 le Dorcas erano più di trecento.

Le ragazze divennero donne di fede perché seppero imitare l’esempio della loro leader. Partecipando a incontri settimanali di studio biblico coltivarono una fiducia in se stesse molto forte. Fu questa autostima che costituì il capitale di partenza per il loro successo, individuale e collettivo. Mariam Ouédraogo, un membro dell’Associazione, ci raccontò: “All’inizio dei nostri incontri, la povertà si leggeva su ogni viso. Alcune di loro avevano la bicicletta, ma la maggior parte veniva a piedi. Oggi hanno tutte il motorino. Il segreto del nostro successo sta nella fede che abbiamo mantenuto e coltivato. Questo ha fatto la differenza! Ora la donna Dorcas è un’etichetta”. 

La fondatrice, Elisabeth, ci spiegò che “Una parte molto importante del programma Dorcas è l’alfabetizzazione. Le donne Dorcas devono essere mentalmente pronte a diventare indipendenti e coltivare l’attitudine a realizzare dei progetti personali”.

Per Elisabeth l’istruzione è alla base della realizzazione personale e l’alfabetizzazione è la prima condizione per accedere a certi servizi dell’associazione, in modo particolare al credito. Esso costituisce un programma a parte all’interno dell’ADL. Il programma di alfabetizzazione oggi beneficia dell’appoggio della fondazione ANTBA (Impegnata nella traduzione della Bibbia) e quello dell’Alleanza Missionaria Internazionale. 

Dopo l’alfabetizzazione, il programma prosegue con la formazione professionale, attraverso la quale è possibile anche scoprire quali siano le attitudini naturali delle ragazze. Questo è il motivo per cui, dalla sua fondazione, sono regolarmente organizzati dei corsi professionali. I settori principali riguardano la tintura, la tessitura e la produzione di sapone e cosmetici. 

La forza dell’ADL risiede anche nella condivisione. Ogni settimana le donne s’incontrano e ognuna ha uno spazio per condividere alle compagne progetti e successi, affinché i nuovi membri siano incoraggiati dalle loro esperienze e ricevano aiuto dalle più anziane. Nel tempo, l’ADL è diventata una scuola di sviluppo personale e una famiglia, dove ogni donna acquista fiducia in se stessa e nel gruppo. 

La mutua collaborazione ha portato alla nascita di una tontine (colletta). Funziona così: ogni donna mette a disposizione del gruppo ogni settimana una somma di 250 FCFA (circa 40 centesimi di euro). La somma complessiva è poi data a una di loro affinché possa realizzare un suo progetto. La tontine viene ripetuta settimanalmente per favorire anche le altre ragazze.

I primi progetti furono innanzitutto sociali: acquisto di cibo, vestiario o spese per la salute. Elisabeth era convinta che prima di affrontare i problemi economici, bisognasse risolvere quelli sociali. Seguendo questa direzione, ottennero dei risultati importanti, primo dei quali fu l’accettazione da parte dei mariti delle attività associative delle rispettive mogli. Dopo la realizzazione dei progetti sociali, passarono a quelli economici, ma per realizzarli era necessario imparare un mestiere. 

Periodicamente un’organizzazione benefica tedesca invia dei container pieni di macchine per cucire e materiale per la sartoria. A distanza di quasi vent’anni, dal Centro Dorcas, più di mille ragazze sono tornate ai loro villaggi con la propria macchina per cucire e hanno iniziato un’attività in proprio. Erano venute senza nulla, sono tornate a casa con un futuro concreto nelle mani. 

Elisabeth, sempre con molto entusiasmo nella voce, ci raccontò della nascita di un’altra attività in seno all’ADL, quella del micro credito: 

“Nel 2005 ho prestato 50.000 FCFA di miei risparmi a cinque donne, 10.000 per ciascuna, le quali li hanno investiti per iniziare ad attuare i loro programmi. In seguito i prestiti divennero più consistenti perché le donne impararono come investirli e trarne profitto”. 

Mariam Ouédraogo fu una delle prime a ricevere un prestito di entità importante. Questa la sua esperienza: 

“Il mio primo credito risale al 2009. Avevo ricevuto 100.000 FCFA (circa 150 €) per iniziare a commerciare il mais. Per grazia di Dio ho rimborsato il prestito ottenuto, ma nel 2010 ne ho richiesto un altro di 200.000 FCFA, poi uno di 400.000. Quest’anno ho ricevuto 500.000 FCFA, cifra che mi ha permesso di stoccare settantotto sacchi di mais. Settanta li ho già venduti e gli ultimi otto sono già stati ordinati. In aggiunta all’alfabetizzazione, alla formazione professionale e all’accesso al credito, l’ADL mi ha dato sicurezza e fiducia in me stessa. Oggi, se dovessi avere nelle mani dieci milioni di franchi, saprei come investirli senza alcun timore perché ho esperienza, ma soprattutto perché so che il mio Signore mi sosterrà ancora e mi benedirà”. 

La determinazione di Elisabeth, una bambina cristiana che ha avuto fiducia, prima nel Signore e poi in se stessa, ha portato a questi risultati sorprendenti. 

Un’organizzazione benefica inglese, qualche anno fa ha costruito per ADL un edificio di tre piani, in cui ci sono i laboratori, le aule e i dormitori. Durante la nostra visita al Centro, duecento ragazze erano al lavoro su altrettante macchine per cucire, divise in tre classi. Sui loro volti non si vedeva più la disperazione, ma si leggevano gioia, soddisfazione in ciò che facevano e speranza nel futuro. E tutto questo, perché una bambina con una grande visione, ha saputo mettere nelle mani di Dio anche il poco che possedeva.